Cominciare la scuola o badare ai nonni?

In questi giorni le campanelle nelle scuole hanno ricominciato a suonare, ma non per tutti.

Sono circa 170 mila i ragazzi tra i 15 e i 24 anni che hanno deciso di abbandonare gli studi. Scelta per questi studenti non dettata dalla poca voglia di studiare, quanto piuttosto dalla necessità di badare a nonni che richiedono cure costanti. I genitori non possono rinunciare al lavoro e quindi tocca ai nipoti passare le loro giornate con l’anziano per fargli compagnia ma soprattutto per supportarlo in tutte le attività quotidiane.

Il fenomeno, secondo l’associazione no profit “Anziani e non solo”, interesserebbe un numero ancora più elevato di studenti. Oltre infatti ai nonni che non sono più autosufficienti ci sono poi situazioni di fratelli con disabilità o di genitori malati che non sanno a chi affidarsi.

Questa drammatica situazione è stata evidenziata analizzando i dati della dispersione scolastica e i motivi dell’abbandono della scuola. Loredana Ligabue, direttrice dell’associazione, si sta battendo perché queste situazioni, una volta appurate e certificate, permettano agli studenti di avere un tot di assenze giustificate da utilizzare per queste necessità.

Esiste anche la possibilità per questi ragazzi di partecipare a corsi per imparare a gestire il problema e a progetti di supporto psicologico perché gli stessi non si sentano isolati.

Una legge in fase di stesura si occuperà proprio di regolamentare queste situazioni e quelle di altre famiglie fai-da-te in cui i figli quarantenni/cinquantenni assistono i genitori anziani senza affidarsi all’aiuto di assistenti esterni.

La regione Emilia Romagna è la prima ad essersi mossa in questa direzione, assicurando per chi ne dimostrasse la necessità, orari lavorativi più flessibili, permessi che vadano oltre la nota legge 104 per l’assistenza ai parenti, accordi con le assicurazioni per la copertura degli infortuni, servizi di assistenza e di supporto psicologico, corsi di formazione per saper realmente essere di aiuto ai genitori anziani.

Il disegno di legge, firmato dai parlamentari di diversi partiti e attualmente in attesa della discussione in Senato, propone di riconoscere il lavoro dei parenti, obbligando lo Stato a versare i contributi per la loro pensione. E soprattutto a riconoscere uno ruolo e quindi ad attivare una serie di servizi di supporto che andrebbero a integrare (e migliorare) l’attuale testo dell’welfare alla voce «anziani».

Aspettando che la legge termini il suo iter ci sono realtà, come Primogenita Assistenza, che possono aiutare queste famiglie offrendo personale a ore a domicilio che può fornire servizi che agevolino il compito di questi familiari-badanti.

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