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Demenza senile, le donne over 90 sono tra le più colpite

La demenza senile è una malattia neurodegenerativa dell’encefalo che colpisce le persone anziane e determina una riduzione graduale e irreversibile delle facoltà cognitive.

Sebbene siano ancora poco conosciute le cause che la scatenano, abbastanza noti sono i molteplici sintomi e segni che produce, da occasionali problemi di personalità, lievi problemi di memoria, fino a serie difficoltà nel linguaggio, nelle facoltà cognitive e nella deglutizione.

Una recente ricerca svolta in California, diretta dalla dottoressa Maria Corrada e pubblicata sulla rivista Neurology  che ha preso in esame 900 persone che hanno superato i novant’anni di età ha evidenziato che il rischio demenza sia maggiore nelle donne rispetto agli uomini della stessa età.

Lo studio ha volutamente analizzato pazienti over 90, per i quali ci sono ancora pochissimi studi in materia, nonostante l’aumento delle aspettative di vita. Hanno così verificato che che la possibilità di essere colpiti da demenza si raddoppia ogni cinque anni nelle donne che hanno superato i novanta anni, ma non negli uomini.
Altre ricerche condotte su un pubblico “più giovane” hanno dimostrato che il maggior incremento per entrambi i sessi di demenza senile si registra tra i 65 e gli 85 anni.

Le cause di questo risultato non sono però del tutto chiare. Sebbene le donne più anziane siano molto esposte a patologie come l’ictus e le malattie cardiache, due fattori di rischio per la demenza ci sono ancora troppi pochi studi specificamente dedicati alla demenza nelle persone molto anziane per trarre conclusioni realistiche.
Altro elemento interessante che risulta dalla ricerca è che un’educazione più elevata riduce il rischi di sviluppare la malattia rispetto a chi si è fermato ad un livello di istruzioni più basso.

L’aumento dell’aspettativa di vita esige quindi un adeguamento dei trattamenti di cura che dovranno essere riconosciuti ai pazienti più anziani colpiti dalla demenza senile o da altre mancanze mnemoniche.
Un altro elemento che emerge dalla ricerca è che le donne con un’educazione più elevata hanno minore rischio di sviluppare la malattia rispetto a coloro che si sono fermate a un livello di istruzione più basso.

L’aumento del numero dei novantenni pone un problema, in prospettiva, di adeguamento dei trattamenti di cura che dovranno essere offerti ai pazienti più anziani colpiti da mancanze mnemoniche.

Parallelo dovrà essere anche l’impegno del Governo nello stanziare maggiori fondi per l’assistenza di queste persone e dei loro famigliari.

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